UNA FASE DIFFICILE E’COMPITO DI TUTTI USCIRNE BENE DARIO COEN

UNA FASE DIFFICILE

 

Stiamo attraversando la fase più evidente della globalizzazione, che non ci permetterà di tornare indietro. E se per certi versi porta ad un maggiore inserimento, per altri aspetti si torna indietro ad un isolamento più totale.

Si può parlare di integrazione religiosa, fra diverse religioni, etnie, di integrazione fra generazioni, fra stranieri e non, ma anche fra generazioni, fra abitanti del centro storico con quelli in periferia, fra professioni e classi sociali. Fra diversi in poche parole. In sostanza per accettare ed integrare, bisogna sentirsi sempre ed ovunque stranieri per capire la condizione esistenziale di chi è diverso. “Ricordati che sei stato schiavo quando tratti lo schiavo”, insegnano i maestri dell’Antico Testamento. Regola che si basa in modo esplicito sul meccanismo dell’identificazione. Sapersi porre nella posizione dell’altro, è fondamentale per una comunicazione efficace, consentendo una reciproca comprensione dei diversi punti di vista. Tale processo è indispensabile e la sua applicazione è auspicabile ogni volta sia necessaria una trattativa per il superamento di conflittualità tra le persone.

La Politica, con la P maiuscola, dovrà lavorare sempre di più su questi temi, prima che lotte sociali fra ricchi e poveri, italiani e stranieri, periferie e non, escano fuori e sia troppo tardi. VisioneRoma da subito ha prestato massima attenzione su questi temi ed uno dei suoi obiettivi è gestire questo processo irreversibile per rendere la Città sempre più vivibile, integrata ed aperta al dialogo. I titoloni in prima pagina non aiutano, la cura è conoscere il prossimo, creare scambi culturali e farsene una ragione che la crescita di ognuno di noi nasce proprio solo, direi, dal confronto e dal miscuglio fra minoranze. Questo non significa, paradossalmente, che si devono togliere gli alberi di Natale dalle scuole per rispetto degli atei o dei musulmani. Anzi, il contrario. Significa, viceversa, che si deve insegnare a conoscere e rispettare le tradizioni e le usanze degli altri. Non ci si deve limitare nell’esprimere la propria posizione, ma ci si deve sforzare a capire le ragioni altrui. Ascoltare, imparare ad ascoltare.

I giovani dovrebbero essere aiutati ed incentivati a fare ed organizzare più volontariato e Roma, come qualsiasi altra città, dovrebbe avere un assessorato dedicato a questo. Qualunque tipo di volontariato. Difficile trovare giovani che da soli riescano ad organizzarsi per frequentare e portare vitalità nelle case di riposo, ad esempio, magari con incentivi di crediti scolastici. Difficile trovare organizzazioni laiche e non religiose che chiedono ore del proprio tempo per il prossimo, senza etichette, senza ricompense, solo per il piacere di incontrare, di capire e conoscere chi ci è vicino, magari con un turbante in testa o gli occhi a mandorla.

L’esperienza del Corona virus ha insegnato che non ci sono più barriere né confini, che siamo tutti destinati a convivere con le stesse regole di rispetto, e che ognuno è responsabile per l’altro.

Ecco quindi che andranno organizzati dibattiti per discutere a voce alta temi nuovi, poco conosciuti, che non tutti conoscono e condividono. Ci si deve intendere e mettere d’accordo sulla new ed old economy, sulle start up, sui centri commerciali e la concorrenza con le vie storiche delle città, sulla piccola e grande distribuzione. La Città, in sostanza, deve aprirsi a discutere come non è mai stato fatto, sui temi che mettono paura e creano il rifiuto del prossimo, e delle sue ragioni, del suo credo, qualunque esso sia, religioso o sociale che sia.

VisioneRoma vuole riportare la Politica sul tavolo di ognuno di noi, per renderci protagonisti e non più spettatori, attori e non più comparse. Insieme, cresceremo e renderemo la Città più integrata, più disponibile ad ascoltare il prossimo, con meno lotte sociali e più collaborazione fra le parti. Una Città che saprà discutere e non lascerà indietro nessuno. Dagli anziani, agli zingari, dalle periferie ai piccoli commercianti impauriti del futuro che sta capovolgendo l’economia familiare di una volta. Non entreremo nel merito se aprire o meno i confini geografici, non è il nostro compito, ma ancora più difficile, questo sì, è attivarci per aprire ogni confine mentale che è in ognuno di noi, nessuno escluso.

Dario Coen

21 marzo 2020

 

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