Il futuro di Roma si costruisce oggi

I continui cambiamenti di assessori e di dirigenti delle municipalizzate, mettono in rilievo il tema della selezione dei candidati alle elezioni.

La questione è evidente per il “Movimento 5 Stelle” dal livello locale a quello nazionale, ma lo è  anche, pur se in misura diversa, per tutte le forze politiche.

Alla base di questa riflessione c’è il seguente assioma che dovrebbe essere centrale per tutti:  a guidare l’amministrazione di una città o di una regione del Paese devono andare i più competenti, i più preparati, con alle spalle esperienze positive nei campi della vita economica e sociale.

Un indirizzo che non sempre i partiti seguono,  preferendo quello invece della fedeltà al capo.

Un problema che diviene dirompente per il “Movimento 5 Stelle”, dove la selezione dei candidati è delegata ad un click sul web che finisce per far prevalere i soggetti con ampi legami familiari o amicali.

Ovviamente dietro tale scelta c’è il tema della scelta tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta.

La democrazia rappresentativa è quella seguita da tutti i paesi democratici e liberali che, come fa la nostra Costituzione, assegna a quella diretta solo scelte  tematiche che possono richiedere un referendum.

Per tornare a Roma davanti alla disastrosa realtà, il sindaco dovrebbe aprire una seria riflessione autocritica, proponendo cambiamenti radicali nella compagine, a fianco ovviamente  di un programma di lavoro che rimetta al centro la soluzione delle emergenze e definisca obiettivi  per uno sviluppo economico e sociale della Capitale.

Allora anche un diverso rapporto con i corpi intermedi potrebbe dare contributi e proposte efficaci.

Quello a cui invece assistiamo, almeno a quanto si desume dalle lettura della stampa, è una stupefacente rappresentazione da parte del sindaco delle proprie “capacità amministrative”, fino al punto di riproporsi incredibilmente per un secondo mandato “che prosegua quanto fatto nel primo”.

Penso invece che la riflessione su Roma debba avvenire ad un livello dei partiti ben più elevato, anche in considerazione della importanza politica nazionale del  risultato elettorale nelle prossime elezioni della Capitale.

Il sindaco, anche sollecitato auspicabilmente dai  vertici del suo partito, avvii comunque una riflessione autocritica, il partito Democratico riorganizzi la propria compagine anch’essa molto bisognosa di radicale rinnovamento e potenziamento (se non altro perché l’80% dei suoi “dirigenti” è fuoriuscita).

Si utilizzi questo tempo per preparare, in un quadro ben diverso dal passato, con uomini e donne preparati, adeguati ad un livello internazionale, la presentazione ai Romani di un nuovo Sindaco, una nuova compagine e un programma di risanamento,  frutto di una intesa che ricalchi quella nazionale, ma in un’ottica i cambiamento e di rinnovata fiducia in una prospettiva riformista e democratica.

In assenza di ciò bisognerebbe rassegnarsi a vedere nel futuro di Roma, un sindaco di quella stessa area politica che ha davvero avviato alla rovina la nostra città

Raffaele Minelli

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3 risposte

  1. Raffaele Minelli ha detto:

    Prima mia valutazione dei commenti

    Rimango convinto della nostra impostazione iniziale sul nodo della amministrazione della capitale. La riassumo:
    1.È evidente a tutti che esiste una incapacità di dare soluzione a problemi di base per la vivibilità (raccolta rifiuti, trasporto pubblico, viabilità). Una realtà denunciata ormai dalla maggioranza della cittadinanza.

    2. L’insufficienza del livello degli amministratori è segnalato dai molti cambiamenti di assessori e delle
    municipalizzate.
    3. Non si ha traccia di un chiaro disegno di aggiornamento del P.R.G.

    4. Non si conoscono tavoli di confronto con le forze produttive per rilanciare l’economia cittadina ne iniziative sul tema della capitale con i superiori livelli istituzionali.
    Si potrebbe continuare su altre materie a partire dal tema della presenza della malavita organizzata collegata alla diffusione del consumo di droghe . Sono temi per i quali era ed è indispensabile un più efficace collegamento con il livello nazionale.
    Quindi da questo sommario elenco deriva la richiesta di base al Movimento cinque stelle di aprire un confronto che riguardi radicali cambiamenti strategici per la politica romana e la discussione sulla individuazione di adeguati livelli di competenza per chi delegare le varie attività amministrative.
    Raffaele Minelli

  2. Gabriele Gandelli ha detto:

    Gabriele Gandelli
    L’alleanza a livello nazionale tra 5Stelle e PD, a mio parere, allontana provvisoriamente la vittoria della destra alle prossime elezioni politiche, e forse solo quando questo avverrà capiremo tutti l’inutilità e il danno di questo esperimento. Sempre che il PD non abbia la forza e la capacità di spaccare i 5Stelle, alleandosi poi col l’ala progressista dello stesso e formando con esso una coalizione per contrastare la destra. Per il momento assistiamo a fuoriuscite dal PD. Questo governo ha già provocato delle ripercussioni negative su Roma, dopo che Zingaretti ha dichiarato che la Raggi non si deve dimettere, portando sconcerto e rabbia negli iscritti e simpatizzanti. Non è che il partito romano ad oggi abbia fatto qualcosa per mettere in difficoltà il sindaco, se non guardare i disastri della giunta attendo la sua dissoluzione. Ma la dichiarazione del segretario lascia di fatto il campo libero a Salvini e alla destra romana, diventati unici soggetti a contrastare l’operato della Raggi. Allora diventa sempre più importante che si formi una pubblica opinione con la volontà di avversare l’operato della giunta e noi nel nostro piccolo dobbiamo partecipare a questa opposizione e dare un contributo alla ricerca di un nuovo sindaco che abbia la competenza e la capacità di amministrare questa città. Gabriele Gandelli

  3. Marina Olevano ha detto:

    Il “lasciamola governare” di Zingaretti ha ricevuto molte critiche dalla sinistra pronta a
    battagliare, sinistra questa molto poco battagliera in questi deludentissimi e dannosissimi anni di gestione della nostra
    “ incomparabile ” sindaca,
    Ha poi detto cose sbagliate (Zingaretti) o forse sono le uniche che oggi dobbiamo dire?
    Se non vogliamo regalare la città a quegli stessi che con le sembianze di Alemanno hanno distrutto la nostra città e con quelle seminuove della Meloni, continueranno a farlo, dobbiamo per forza andare alle prossime elezioni comunali con un accordo con i 5 stelle. Il vaffa del guru sembra presagire una vera evoluzione di questo movimento che è interesse di tutti favorire e ci
    dobbiamo andare non con tardive alleanze con questa giunta fallimentare.
    Quindi il sindaco continui a “governare “ e la sinistra come dice Raffaele Minelli si attrezzi per chiederle di farlo rivoluzionando quello che non ha fatto finora. I cambiamenti è difficile anzi sarà impossibile ottenerli ( ma intanto cominciamo a chiederli con forza) costruendo il futuro governo della città con persone preparate e competenti, sindaco e assessori in primis evidentemente!
    Inviato da iPhone

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