RELAZIONE INTRODUTTIVA AL FORUM “REGINA COELI QUALE FUTURO?”
RELAZIONE INTRODUTTIVA AL FORUM “REGINA COELI QUALE FUTURO?”
Regina Coeli : quale futuro?
Con questa iniziativa “il Forum su “Regina Coeli : quale futuro?” Visioneroma vuol mantenere l’impegno di occuparsi di Roma e delle sue questioni aperte.
E’ d’obbligo partire dall’attuale situazione della casa circondariale di Regina Coeli.
Visioneroma ne ha anche parlato in un recente ed interessante incontro con la Direttrice, dott. Claudia Clemente e di cui si può vedere la registrazione video nel sito dell’associazione.
Ad aprile 2025, la Casa Circondariale di Roma “Regina Coeli” continua a fronteggiare una situazione di sovraffollamento. Secondo l’ultima rilevazione ufficiale del Ministero della Giustizia risalente al 17 gennaio 2025, sono 1.039 detenuti presenti su una capienza regolamentare di 628 posti (con 58 posti non disponibili) dati successivi riportano un ulteriore aumento della popolazione carceraria con i detenuti saliti a 1.168, con un tasso di affollamento del 184% .
Questa condizione ha sicuranente concorso a gravi conseguenze, tra cui un elevato numero di suicidi: tre nel solo 2024, tutti avvenuti nella VII sezione, spingendo i Garanti dei detenuti e le organizzazioni sindacali a richiedere che le istituzioni preposte se ne occupino con urgenza. Inoltre, l’istituto soffre di una significativa carenza di personale: a fronte di un fabbisogno di 709 agenti di Polizia Penitenziaria, ne sono attualmente assegnati solo 350.
L’analisi attenta della direttrice Clementi che affronta la situazione fuori da letture semplicistiche, ha molto influenzato il nostro successivo lavoro.
Visioneroma intende rivolgere una proposta concreta a tutte le istituzioni a partire da quelle che ringraziamo sono qui presenti: la Presidente dell’Assemblea Capitoilina On. Svetlana Celli (che ci ospita in questa sala) il provveditore regionale dell’amministrazione penitenmziaria del Ministero di Giustizia Dott. Giacinto Siciliano, l’assessore all’urbanistica di Roma Capitale On. Maurizio Veloccia, la presidente del primo Municipio dott.ssa Lorenza Bonaccorsi, la dott.ssa Claudia Clementi, direttrice della casa circondariale di Regina Coeli, la Garante dei detenuti di Roma Dott.ssa Valentina Calderone i consiglieri di Roma Capitale Cristina Michetelli e Giovanni Quarzo e gli altri partecipanti che vorrannno intervenire durante i lavori.
Le proposte che avanziamo vogliono essere il piu’ possibile dettagliate e sono il frutto di una forte riflessione sulla loro concreta fattibilita’, basandosi anche su numerosi sondaggi che le hanno precedute.
Nella relazione si affronta anche il coinvolgimento dei privati nelle due soluzioni proposte: la riorganizzazione di Regina Coeli e la realizzazione e gestione del nuovo carcere.
Va precisato che non si intende proporre da noi il modello “americano” di privatizzazione del sistema carcerario, ma forme di coinvolgimento spesso temporanee di privati nelle loro varie articolazioni.
Tema aperto su cui il nostro forum vorrebbe si aprisse una discussione senza preclusioni di tipo ideologico, ma solo sulla base di una obiettiva valutazione delle esperienze in atto in Italia e in altri Paesi
Per la casa circondariale Visioneroma propone:
Una riduzione drastica della capienza detentiva mantenendone, sia pur ridimensionata, la funzione detentiva . Si propone conseguentemente di mantenere alcune sezioni a custodia attenuata per detenuti in fase di reinserimento sociale (es. detenuti in fine pena o in regime di semilibertà)
La rigenerazione e ristrutturazione radicale del complesso con nuova destinazione mista (carcere + cultura + formazione) per valorizzare il sito come esempio di reinserimento e trasformazione culturale che consentano le seguenti attività:
- Museo della Memoria Penitenziaria
- Percorso museale permanente sulla storia delle carceri italiane e della giustizia, con focus su Regina Coeli come simbolo storico.
- Spazi dedicati a mostre temporanee sull’arte, la legalità e i diritti umani.
- Possibile collaborazione con il Ministero della Cultura e istituti penitenziari storici europei.
- Centro di formazione e lavoro per detenuti
- Laboratori artigianali (restauro, ceramica, stampa, cucina sociale) aperti al pubblico.
- Scuola di formazione professionale penitenziaria in sinergia con enti accreditati e cooperative sociali.
- Coinvolgimento dei detenuti in percorsi di impresa sociale o turismo responsabile legato al complesso.
- Spazi di coworking per ex detenuti.
- Auditorium, biblioteca, spazi per eventi
- Centro congressi per eventi su legalità, inclusione, giustizia riparativa.
- Biblioteca tematica su diritto, storia penale e diritti umani accessibile alla cittadinanza.
- Cortili interni ristrutturati come luoghi di incontro, proiezioni, teatro sociale.
- Laboratori teatrali, musicali, editoriali, radiofonici (con coinvolgimento dei detenuti e del territorio).
- Una casa editrice sociale o un laboratorio artistico permanente al piano terra, aperto al pubblico.
- I detenuti selezionati partecipano alle attività come attori formati e guide culturali (in stile “carcere che accoglie”).
- La costituzione di Centro di prima accoglienza giuridica: Sede simbolica per pratiche amministrative o attività di giustizia di prossimità (es. mediazione penale, sportelli legali, colloqui in videoconferenza
- La Presenza di personale penitenziario a supporto di funzioni rieducative e transitorie.
- Una gestione integrata pubblico-privato con vocazione sociale con un Modello ibrido: parte del complesso affidata a cooperative, fondazioni o enti culturali, con appalti e bandi mirati.
- Una Rete di collaborazione istituzionale
- Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Comune di Roma, Regione Lazio, università e fondazioni culturali coinvolti in un tavolo di progettazione partecipata.
- Comitato civico cittadino per vigilanza e proposte sul riuso e l’accessibilità del sito
Ci sono numerose esperienze nazionali ed europee di strutture carcerarie riconvertite con funzioni miste, museali, culturali alberghiere, residenziali, alcune ospitano anche uffici giudiziari.
L’esperienza proposta si caratterizzerebbe per il mantenimento nei limiti e con le caratteristiche indicate anche di funzioni detentive e soprattutto riabilitative.
In sostanza Regina Coeli diventerebbe il cuore narrativo del sistema penitenziario romano, ma con funzioni civili, educative e reintegrative.
Vantaggi trasversali delle proposte
- Salvaguardia dell’identità storica del sito.
- Riduzione del sovraffollamento con una nuova struttura penitenziaria più periferica e moderna.
- Maggiore accettazione sociale del carcere grazie alla sua nuova immagine come luogo aperto e di reinserimento.
- Integrazione del sito con la vita culturale e formativa della città.
Coinvolgimento dei privati nella riorganizzazione di Regina Coeli
Coinvolgere investimenti privati nel riuso parziale dell’ex carcere di Regina Coeli può essere una strategia efficace per valorizzare l’edificio, conservarne l’identità storica e culturale, e renderlo sostenibile nel tempo. Ecco alcune proposte concrete:
- Progetto di partenariato pubblico-privato (PPP)
- Il Comune o lo Stato può mantenere la proprietà e affidare a investitori privati la ristrutturazione e gestione di alcune aree per un periodo definito (es. 30 anni).
- I privati finanziano i lavori in cambio del diritto di utilizzare parte dell’immobile per fini economici (es. cultura, turismo, ospitalità).
- Esempio: recupero di parte del complesso per spazi espositivi, eventi, o attività museali a pagamento.
- Valorizzazione culturale con gestione privata
- Alcuni padiglioni potrebbero diventare:
o Museo della giustizia e della memoria carceraria.
o Centro per i diritti umani o la legalità.
- La gestione può essere affidata a fondazioni miste pubblico-private, con sponsor, mecenati e fondi europei o PNRR.
- Destinazioni commerciali a tema
- Zone convertite in caffetterie, ristoranti, bookshop, ostello di design o albergo diffuso, mantenendo l’identità architettonica.
- Spazi dati in concessione ai privati che ne curano manutenzione e attività, con canoni di concessione a favore dell’ente pubblico.
- Incubatori e spazi per innovazione sociale
- Alcune aree possono essere riutilizzate come:
- Coworking o startup hub, in particolare per imprese sociali, culturali o giuridiche.
- Scuole di formazione su mediazione, giustizia riparativa, diritti civili.
- Coinvolgimento di università e fondazioni con investimenti condivisi.
- Concorsi internazionali di architettura e rigenerazione
- Un bando aperto per proposte di recupero da parte di studi internazionali o gruppi multidisciplinari (urbanisti, giuristi, imprenditori).
- Premio o concessione al miglior progetto di riuso innovativo, sostenibile e coerente con il valore simbolico di Regina Coeli.
In sintesi:
- Il recupero può preservare la memoria del carcere.
- Generare valore sociale, culturale e turistico.
- Garantire sostenibilità economica grazie alla presenza di soggetti privati.
Gli EFFETTI ATTESI sarebbero i seguenti
Effetto | Impatto |
Valorizzazione del patrimonio storico | ✅ Alta |
Riduzione del sovraffollamento | ✅ Forte (spostamento dei detenuti verso nuova struttura) |
Reinserimento sociale dei detenuti | ✅ Sostenuto da lavoro e cultura |
Integrazione con il contesto urbano del centro storico | ✅ Armonico e virtuoso |
Rilancio dell’immagine del sistema penitenziario | ✅ Innovativo
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REALIZZAZIONE DI UNA SECONDA STRUTTURA PENITENZIARIA
Le precedenti proposte sono rese possibili attraverso la realizzazione di una seconda struttura penitenziaria di cui si propongono impostazione progettuale e i criteri localizzativi.
A monte di ogni opzione Visioneroma evidenzia però l’importanza dei criteri attuativi della nuova struttura neila quale bisogna cambiare la grammatica e la sintassi dell’edilizia penitenziaria passando dall’approccio afflittivo a quello riabilitativo – dal carcere infantilizzante all’istituto di riabilitazione sociale responsabilizzante.: non più celle-corridoi-sezioni-bracci-raggi ma gruppi-appartamento per sette-otto detenuti ciascuno e spazi di lavoro-educazione-cultura-sport-socialità nei quali trascorrere l’intera giornata (nei casi in cui il lavoro esterno non può essere autorizzato).
In questa prospettiva l’architettura – decisiva negli interventi realizzati nei primi decenni del dopoguerra – a partire da questo nuovo intervento, deve ritrovare un ruolo essenziale nella configurazione del complesso.
Per individuare la localizzazione ottimale di una nuova struttura carceraria a Roma, è fondamentale considerare una serie di criteri specifici, adattati al contesto urbano, sociale e ambientale della città. Di seguito, una sintesi dei principali criteri da valutare:
- Integrazione con il tessuto urbano e sociale
È essenziale che la nuova struttura sia collocata in aree che favoriscano l’integrazione con la comunità locale, evitando l’isolamento. Questo approccio mira a superare il modello tradizionale di carcere separato dal contesto urbano, promuovendo invece una connessione con i centri di vita attiva della città.
- Accessibilità e collegamenti
La vicinanza a tribunali, ospedali e reti di trasporto pubblico è cruciale per facilitare i trasferimenti dei detenuti, l’accesso del personale e le visite dei familiari. Inoltre, la presenza di infrastrutture adeguate, come reti idriche, elettriche e fognarie, è indispensabile per il funzionamento efficiente della struttura.
- Impatto ambientale e sostenibilità
La scelta del sito deve tenere conto dell’impatto ambientale, evitando aree protette o a rischio idrogeologico. È importante valutare la possibilità di adottare soluzioni sostenibili, come l’utilizzo di energie rinnovabili e tecnologie a basso impatto ambientale.
- Accettabilità sociale e coinvolgimento della comunità
Il consenso delle comunità locali è fondamentale per il successo del progetto. È necessario coinvolgere attivamente i cittadini e le istituzioni locali nel processo decisionale, promuovendo la trasparenza e la partecipazione.
- Riutilizzo di strutture esistenti
Considerare il recupero e la riqualificazione di edifici dismessi, come ex caserme o strutture industriali, può rappresentare una soluzione efficace per ridurre i costi e l’impatto ambientale. Questo approccio è in linea con le politiche di rigenerazione urbana e sostenibilità.
- Sicurezza e controllo
La localizzazione deve garantire elevati standard di sicurezza, sia per prevenire evasioni che per proteggere la comunità circostante. È importante valutare la distanza da infrastrutture critiche e la possibilità di implementare sistemi di sorveglianza efficaci.
- Disponibilità di servizi e risorse
La presenza di servizi sanitari, educativi e lavorativi nelle vicinanze è essenziale per supportare i programmi di reinserimento sociale dei detenuti. Inoltre, la disponibilità di personale qualificato è un fattore determinante per il funzionamento della struttura.
- Sostenibilità economica
È necessario valutare i costi di costruzione e gestione della struttura nel lungo periodo, considerando anche le opportunità di finanziamento e le economie di scala derivanti dalla localizzazione.
Nota: Attualmente, non sono disponibili informazioni specifiche su progetti concreti per la costruzione di nuove strutture carcerarie a Roma. Tuttavia, l’approccio delineato sopra fornisce un quadro di riferimento utile per la pianificazione e la decisione in merito alla localizzazione di future strutture penitenziarie nella città.
I criteri per individuare la migliore localizzazione del nuovo carcere giudiziario sono coerenti e ragionevoli. In particolare:
Aspetti positivi dei criteri:
- Vicinanza a strutture giudiziarie e penitenziarie
Questo è uno dei criteri più logici per ridurre i tempi e i costi di trasporto, facilitare l’integrazione funzionale e agevolare i collegamenti tra detenuti, magistratura e polizia penitenziaria.
- Accessibilità e trasporti:
Fondamentale per i dipendenti, visitatori, avvocati e magistrati. Un carcere in una zona ben collegata riduce isolamento e costi.
- Impatto urbanistico e ambientale:
Valutare il minore impatto su aree residenziali è cruciale per minimizzare conflitti sociali e proteste.
- Disponibilità di spazi adeguati:
Indispensabile per una struttura moderna, efficiente e umanamente sostenibile.
Di seguito l’applicazioni dei criteri nella localizzazione della nuova struttura penitenziaria nella città.
Coinvolgimento dei privati nella nuova struttura
Coinvolgere i privati nella realizzazione di un nuovo istituto penitenziario può avvenire attraverso forme di partenariato pubblico-privato (PPP), previste dalla normativa italiana ed europea.
Alcune strategie concrete e strumenti operativi:
- Project Financing (Finanza di Progetto)
- Descrizione: Il privato finanzia, costruisce e gestisce l’opera (ad es. i servizi non custodiali: mensa, lavanderia, manutenzione), ottenendo un ritorno economico dai canoni versati dallo Stato.
Sono esclusi i compiti detentivi che spettano agli organi dello stato.
- Vantaggi: Alleggerimento dei costi pubblici iniziali.
- Concessione di costruzione e gestione
- Il privato realizza la struttura a proprie spese e la gestisce per un certo periodo. Lo Stato può pagare un canone o condividere i proventi di alcuni servizi.
Sono esclusi i compiti detentivi che spettano agli organi dello stato.
- Applicazioni:
o Spazi sportivi e ricreativi interni
o Attività agricole o industriali gestite da cooperative
- Partnership su servizi integrati
- Esternalizzazione di servizi non strettamente penitenziari (pulizia, logistica interna, mense, formazione professionale).
- Possibilità:
o Coinvolgimento di imprese locali per la manutenzione ordinaria
o Formazione e reinserimento dei detenuti gestiti da enti del terzo settore
- Accordi con imprese per il lavoro dei detenuti
- Istituzione di laboratori o piccole aziende all’interno del carcere gestiti da privati.
- Incentivi fiscali (come da Legge Smuraglia) per le imprese che assumono detenuti o ex detenuti.
- Possibilità di partecipazione tramite cooperative sociali di tipo B.
- Uso di strumenti finanziari innovativi
- Social Impact Bond: strumenti finanziari dove il privato anticipa risorse in cambio di un ritorno economico legato al raggiungimento di risultati sociali (es. tasso di recidiva ridotto).
- Fondi immobiliari pubblici-privati, in cui i privati investono nel progetto con quote di ritorno garantite.
Come incentivare la partecipazione:
- Offrire garanzie pubbliche sul rientro dell’investimento
- Rendere attrattivo il progetto anche con funzioni complementari o polifunzionali (es. centro di formazione, spazi produttivi)
- Garantire iter autorizzativi semplificati e trasparenza
LA NOSTRA PROPOSTA FINALE:
COSTITUZIONE DI UN TAVOLO DI COORDINAMENTO E COLLABORAZIONE COMPOSTO DA RAPPRESENTANTI DI:
MINISTERO DI GIUSTIZIA
MINISTERO DELL’ECONOMIA
ORGANI OPERATIVI DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA
DAP, PROVVEDITORATO, DIRETTRICE CAMERA CIRCONDARIALE REGINA COELI
REGIONE LAZIO
COMUNE DI ROMA
MUNICIPIO I
Potrebbero anche essere chiamati a participare organismi come l’INU (istituto nazionale urbanistica) e l’INARCH (istituto nazionale di architettura)
Valutazione Zone per Nuovo Penitenziario a Roma sulla base dei criteri indicati
Area Bravetta–Casal Lumbroso–Aurelio Ovest– Punteggio: 9/10
Punti di forza:
– Presenza della Scuola Penitenziaria
– Prossimità al DAP
– Ottima accessibilità (GRA)
– Area urbanizzata e sicura
Criticità:
– Accettabilità sociale da valutare
Laurentino / Fonte Ostiense – Punteggio: 8.5/10
Punti di forza:
– Ottimi collegamenti (Metro B)
– Vicino a uffici giudiziari e ministeriali
– Area in rigenerazione
Criticità:
– Densità urbana elevata
Romanina – Punteggio: 8/10
Punti di forza:
– Buona accessibilità (Metro A, GRA)
– Quartiere consolidato con servizi
Criticità:
– Distanza dalle strutture penitenziarie
Tor Cervara – Punteggio: 7.5/10
Punti di forza:
– Zona industriale riconvertibile
– Ben collegata
– Vicina a presidi di sicurezza
Criticità:
– Servizi da sviluppare
Torre Spaccata / Alessandrino – Punteggio: 7.5/10
Punti di forza:
– Buona rete pubblica (Metro C)
– Prossimità a ospedali e scuole
Criticità:
– Densità abitativa alta
Tor Sapienza – Punteggio: 7.5/10
Punti di forza:
– Zona ex industriale da riqualificare
– Buona viabilità
Criticità:
– Contesto sociale fragile
Bufalotta / Porta di Roma – Punteggio: 7/10
Punti di forza:
– Area urbanizzata e ben servita
Criticità:
– Lontana da poli giudiziari
Casilina – Borghesiana – Punteggio: 7/10
Punti di forza:
– Presenza di spazi disponibili
– Accesso Metro C
Criticità:
– Servizi e collegamenti giudiziari deboli
Acilia Nord / Malafede – Punteggio: 6.5/10
Punti di forza:
– Area tranquilla e servita dalla Roma-Lido
Criticità:
– Lontana dai centri giudiziari
Selva Candida – Punteggio: 6.5/10
Punti di forza:
– Zona tranquilla e in espansione
Criticità:
. Accessibilità media, lontana da strutture penitenziarie
ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI COINVOLGIMENTI DI PRIVATI
L’utilizzo del project financing per la realizzazione di carceri in Europa ha mostrato risultati variabili. In alcuni casi, come in Belgio e nei Paesi Bassi, ha permesso la costruzione di strutture moderne e funzionali. Tuttavia, sono emerse anche criticità legate ai costi elevati, alla complessità dei contratti e alla necessità di un attento monitoraggio da parte delle autorità pubbliche per garantire che gli obiettivi di efficienza e qualità siano effettivamente raggiunti.
Diversi Stati europei stanno adottando modelli evoluti di partenariato pubblico-privato (PPP) per la costruzione e gestione di carceri, cercando un equilibrio tra coinvolgimento del privato e controllo pubblico. Ecco i principali:
DBFM – Design, Build, Finance, Maintain
- Il privato progetta, costruisce, finanzia e mantiene la struttura.
- Lo Stato mantiene la gestione operativa (sicurezza, personale, programmi di riabilitazione).
- Usato nei Paesi Bassi e in Belgio.
- Vantaggi: chiarezza nei ruoli, incentivi alla qualità costruttiva.
- Svantaggi: possibile rigidità contrattuale.
DBFMO – Design, Build, Finance, Maintain, Operate
- Il privato gestisce anche servizi “non-core”: ristorazione, pulizie, manutenzione, gestione logistica.
- Lo Stato conserva il controllo su sicurezza e trattamento dei detenuti.
- Ora viene usato in forme più leggere, con maggiore trasparenza e controllo pubblico.
- Questi modelli prevedono che il partner privato si occupi non solo della costruzione e del finanziamento, ma anche della manutenzione e, in alcuni casi, della gestione operativa delle strutture
Modello “Concessionale” ibrido
- Il privato realizza e gestisce alcune funzioni dell’infrastruttura, in concessione per un periodo determinato.
- L’investimento è parzialmente pubblico.
- I pagamenti sono legati a standard di performance.
- Usato per nuovi penitenziari in Norvegia, Francia e Belgio.
- Obiettivo: evitare distorsioni finanziarie del PFI, mantenendo la leva degli investimenti privati.
Public Development Corporations
- Società pubbliche o miste (pubblico-privato) gestiscono la costruzione e la manutenzione di carceri.
- Finanziamento tramite emissioni obbligazionarie pubbliche o fondi europei.
- Esempio: alcuni progetti in Germania e Paesi nordici.
- Forte controllo statale e trasparenza.
Pay-per-Availability + KPI
- Il privato viene remunerato solo se la struttura è pienamente funzionante e conforme a precisi indicatori di performance (KPI).
- È un’evoluzione dei vecchi canoni fissi, più orientata ai risultati.
- Rende più sostenibili i contratti di lunga durata.
Modello Pay-per-Availability con KPI applicato alla gestione di un carcere
Applicare un modello Pay-per-Availability con KPI alla gestione di un carcere significa strutturare un contratto di servizio in cui chi gestisce (ad es. un’azienda esterna, un consorzio, o anche un ente pubblico in subappalto) viene pagato in base alla continuità operativa e alla qualità del servizio offerto all’interno dell’istituto penitenziario.
Obiettivo del modello Pay-per-Availability per un carcere:
Garantire che i servizi critici (custodia, sicurezza, sanità, manutenzione, attività trattamentali, ecc.) siano sempre operativi, efficienti e rispondenti a standard prefissati.
1. Componenti del modello Pay-per-Availability
Componente | Descrizione |
Oggetto del contratto | Gestione di uno o più servizi all’interno del carcere (es. manutenzione impianti, ristorazione, pulizie, sanità, formazione detenuti, ecc.) |
Livelli di servizio attesi (SLA) | Percentuali di disponibilità e qualità minime garantite (es. 98% di celle funzionali, 95% impianti elettrici attivi, ecc.) |
Meccanismo di pagamento | Il fornitore viene pagato in base al livello effettivo di servizio garantito, con premi o penali. |
Controlli & verifiche | Il DAP o ente appaltante controlla con cadenze regolari i risultati, confrontandoli con i KPI stabiliti. |
2. Esempi di KPI per la gestione di un carcere
Ecco una tabella con possibili KPI e soglie target:
KPI | Descrizione | Soglia accettabile | Note |
Disponibilità celle | % di celle disponibili e funzionanti | ≥ 98% | Include illuminazione, serrature, servizi igienici |
Sicurezza perimetrale | Tempo di inattività del sistema di sorveglianza | < 1 ora/mese | Include videosorveglianza, allarmi, sensori |
Tempi di risposta guasti | Tempo medio per risolvere un guasto critico | < 4 ore | Misurato per servizi come impianti elettrici, idrici |
Pasti erogati correttamente | % di pasti serviti senza disservizi | ≥ 99% | Comprende quantità, qualità e puntualità |
Pulizia ambienti | % di ambienti mantenuti puliti secondo gli standard | ≥ 95% | Verifica tramite audit periodici |
Attività trattamentali attive | % di corsi o attività formative effettivamente svolti | ≥ 90% | Include scuola, formazione lavoro, sport |
Presidio sanitario | % di tempo con personale medico presente | ≥ 99% | Inclusi turni notturni e urgenze |
Assenza eventi critici | Numero max di eventi gravi (es. evasioni, risse, incendi) | < 2/mese | Con pesatura a seconda della gravità |
3. Struttura dei pagamenti
Livello di performance | % del pagamento previsto |
100% KPI raggiunti | 110% (bonus) |
95–99% KPI raggiunti | 100% |
90–94% KPI raggiunti | 90% |
< 90% KPI raggiunti | < 80%, con penali automatiche |
4. Vantaggi del modello
- Responsabilizzazione del fornitore(non solo “fare” ma “mantenere standard”)
- Maggiore controllo per l’Amministrazione Penitenziaria
- Efficienza dei costi legata alla reale qualità del servizio
- Flessibilità nella gestione multilivello (diversi appaltatori per diversi servizi)