APPUNTI DI VIAGGIO N.4 IL TEATRO DI POMPEO SOTTO IL RISTORANTE PANCRAZIO E MUSEO DELLE ANIME DEL PURGATORIO

APPUNTI DI VIAGGIO DI GABRIELE GANDELLI    RACCOLTA DI FOTO DI FABRIZIO NARCISI

 

IL TEATRO DI POMPEO SOTTO IL RISTORANTE PANCRAZIO

 

ARTE STORIA UN PREGEVOLE ALLOGGIO BUON CIBO ROMANO E UNA PICCOLA GALLERIA

I viandanti ci portano oggi in giro per Roma alla ricerca del Teatro di Pompeo. Impresa non facile perché semidistrutto e seppellito dalle case sovrastanti, ma alcuni indizi faranno scoprire dove si trova.

 

 

Giunti in via di Grottapinta nel rione Parione vicino Campo di Fiori l’andamento curvilineo delle case che ricalca quello di una cavea di un teatro indirizza le indagini. Camminando si arriva a piazza del Teatro di Pompeo ma il Teatro non c’è seppellito dagli anni bisogna quindi immergersi nella Roma stratificata; ma dove? Delle soffiate giunte da abitanti del luogo dicono di fare una visita all’Hotel Lunetta in Piazza del Paradiso. I viandanti rimangono delusi perché in tempo di pandemia il grazioso e confortevole albergo è chiuso. Soccorrono alcune foto carpite su internet.

Questa è la zona della SPA

Sono chiaramente visibili le antiche mura del Teatro di Pompeo, ma i nostri vogliono toccare con mano, siccome questo teatro era molto grande sicuramente un altro luogo sommerso accoglie i suoi resti.

D’altronde questo era il Teatro voluto da Pompeo eretto tra il 66 a.c. e 55 a.c.

e fu per Roma una innovazione straordinaria: la legge romana vietava infatti la costruzione di teatri in muratura, per mantenere il carattere religioso che il teatro possedeva dalla tradizione greca.

Pompeo, per portare al termine il suo progetto, costruì su un podio rialzato un tempio dedicato a Venere vincitrice la cui gradinata di accesso era costituita dall’intera cavea teatrale: in questo modo gli fu possibile aggirare il divieto del Senato. Aveva un diametro esterno di circa 150 m e disponeva di 17.500 posti a sedere e sembra che poteva accogliere in tutto 30.000 spettatori, che entravano dalle numerose arcate.

Spiccava un monumentale quadriportico con colonne di granito che si stendeva fino all’area sacra di largo Argentina, quasi in corrispondenza dell’attuale Teatro Argentina si trovava la grande aula detta Curia Pompeii, dove si tenevano riunioni del Senato e dove Cesare fu pugnalato, ai piedi della statua monumentale del suo avversario. La statua, ritrovata nel XVI secolo, è oggi visibile a Palazzo Spada. Il teatro rimase in uso e venne restaurato dagli imperatori fino al V secolo.

Teatro e Tempio furono più volte danneggiati da incendi. Attorno al 22 d.C. subì un primo incendio: i restauri furono compiuti da Tiberio e Caligola . In occasione della visita del re armeno Tiridate a Roma, Nerone fece dorare tutto l’edificio in un solo giorno. Nell’incendio dell’80 d.C., che tra l’altro distrusse il Pantheon di Agrippa, fu nuovamente danneggiato; il restauro fu eseguito da Tito e Domiziano. Gli ultimi incendi, dopo i quali il teatro non fu più restaurato, avvennero sotto gli imperatori Filippo e Carino.

Nel Medioevo anche questo impianto divenne cava di materiali edilizi e fondamento di successivi edifici. Sulle rovine della cavea vennero edificate le dimore degli Orsini e la Chiesa di Santa Barbara dei Librai.

Fatta un pò di storia rimane però la curiosità di vedere i suoi resti, dove andare? Il soccorso giunge da un negoziante che ammiccando dice “Cari viandanti è ormai mezzogiorno fatevi un pranzo di cucina romana da Pancrazio a piazza del Biscione”. Non si era ancora nella fase della pandemia che recitava per i ristoranti “solo asporto” e quindi si poteva accontentare il palato.

 

Giunti a piazza del Biscione, non quello meneghino ma quello romano ci trovammo davanti a:

Giunti al termine della scala comparvero i resti del Teatro di Pompeo. Indubbiamente questo teatro era molto grande, lo conferma la distanza dei resti tra l’hotel Lunetta e il ristorante Da Pancrazio oltre cento metri, e chissà in quali altri scantinati della zona vi sono i resti del teatro.Senza indugio i viandanti fecero ingresso e un altro indizio apparve ai loro occhi; una scala che si infilava nei sotterranei e che prometteva qualcosa di interessante.

 

Dopo aver soddisfatto la curiosità e la vista i nostri viandanti vollero soddisfare il palato e nel contempo vivere l’atmosfera della Roma sotterranea facendosi apparecchiare un tavola tra i resti del Teatro di Pompeo.

Finito il pranzo rigorosamente nelle tradizioni della cucina romana si avviarono soddisfatti verso la luce e si incamminarono soddisfatti si imbatterono in un altra meraviglia il Passetto del Biscione, una galleria che originariamente collegava il Teatro con l’esterno e che ora è il passaggio per andare da via del Biscione in via di Grottapinta.

Anche questa piccola meraviglia ha una sua lunga e travagliata storia

Il Passetto conteneva il dipinto raffigurante la Madonna della Divina Provvidenza di Scipione Pulzone da Gaeta, proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Grottapinta annessa al palazzo degli Orsini e frutto dell’unione di due chiese Santa Maria dei Librai e e San Salvatore in Arco. Si narra che il 9 luglio 1796 la Madonna mosse gli occhi aprendo e chiudendo le pupille andando avanti per parecchi giorni. Poi il dipinto fu rimosso e portato nella Chiesa di San Carlo dei Catinari, al suo posto furono messe diverse immagini sacre che furono rubate o danneggiate, tanto che il Passetto divenne un luogo sporco e maleodorante.

Il passaggio è stato completamente rimesso a nuovo, ripulito, sono stati restaurati gli intonaci e ridipinti gli affreschi.

Anche il dipinto della Madonna originale è stato riproposto grazie ad una copia realizzata e riprodotta nei minimi particolari dall’artista Raffaella Curti.

Una curiosità il Passetto del Biscione è legato al detto romano “andare a cercare Maria per Roma”, perché i fedeli nel cercare il dipinto della Madonna si perdevano spesso nelle stradine e nei vicoli   del centro storico.

Un’ultima curiosità riguarda il nome “Biscione” che già dal XV secolo indicava questa zona.

Vengono fatte due ipotesi: la prima lega il nome allo stemma della famiglia Orsini in cui c’è una figura di un’anguilla di color vede, la seconda invece ad un antica osteria gestita da milanesi che esponevano lo stemma con il serpente della famiglia Visconti, il cosiddetto Biscione.

I nostri viandanti ci hanno indicato uno dei tanti tesori nascosti di Roma, non resta altro che seguire le loro orme, Buon viaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


MUSEO DELLE ANIME DEL PURGATORIO

Il Museo delle Anime del Purgatorio si trova a Roma, ed è un luogo di interesse insolito e affascinante. Si trova all’interno della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, è situato nel quartiere Prati, sul Lungotevere Prati non lontano da piazza Cavour.

Il museo espone una collezione di oggetti e testimonianze che, secondo la tradizione cattolica, sarebbero state influenzate da anime del purgatorio.

Il museo fu fondato nel 1897 dal sacerdote Vittorio Micheli, che raccolse le testimonianze di persone che sostenevano di aver avuto esperienze con le anime del purgatorio. La collezione comprende fotografie, libri, vestiti e oggetti che avrebbero subito l’influenza di queste anime, lasciando segni o impronte.

Tra gli oggetti più famosi esposti c’è un’impronta di mano bruciata su una vecchia borsa di preghiera, che secondo la storia sarebbe stata lasciata da un’anima del purgatorio che chiedeva preghiere per essere liberata. Ci sono anche testimonianze di sacerdoti e fedeli che affermano di aver sentito voci o preso parte a eventi misteriosi legati alle anime del purgatorio.

Il Museo delle Anime del Purgatorio è un luogo di grande interesse per i credenti cattolici e per chi è affascinato

dal soprannaturale. Tuttavia, è importante notare che molte delle testimonianze e delle storie esposte nel museo sono soggette a interpretazioni personali e possono essere viste anche come esempi di folklore religioso.

 

 

 

Se sei interessato a visitare il museo, ti consiglio di verificare gli orari di apertura e di prenotare in anticipo.


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